Sarde in saor

Le sarde in saor sono un antipasto tipico veneziano. Questo piatto nasce da un particolare metodo di conservazione del pesce che veniva utilizzato a bordo delle navi, il quale favoriva una lunga conservazione del prodotto. Col passare del tempo, però, la ricetta ha acquisito un tono più “aristocratico”, diventando un vero e proprio piatto tipico.

Io l’ho preparato in Calabria, con sarde freschissime appena pescate, un bel po’ di tempo fa! Mia sorella si lamentò tutto il tempo per la puzza di sarde (che lei odia) con la quale io e la mia amica le abbiamo appestato la casa, ma per noi il risultato è stato ottimo!! La ricetta l’abbiamo vista da non ricordo quale rivista, dove si parlava anche dell’anniversario della nascita della ricetta.

Ingredienti: x4 – 6 persone

  • 500 gr di sarde
  • 500 gr di cipolle bianche
  • 40 gr di pinoli
  • 50 gr di uvetta
  • 200 ml di aceto di vino bianco
  • Mezzo bicchiere di vino bianco
  • Abbondante olio di semi
  • Olio evo q.b.
  • Farina bianca q.b.
  • Sale e pepe a piacere

Tempo di preparazione: 30 minuti

Tempo di cottura: 10 minuti

Tempo di riposo: 24 ore

Preparazione:

Pulite le sarde: togliete la testa, le interiora, cercando di mantenere i pesciolini intatti. Infarinatele per bene e poi friggetele in olio di semi ben caldo. Man mano che friggono, le sarde vanno asciugate dall’eccesso di olio, salate e tenute da parte.

In una padella larga fate andare in poco olio d’oliva le cipolle tagliate ad anelli, senza farle colorare. Unite l’uvetta ammollata in mezzo bicchiere di vino e l’aceto. Fate cuocere per qualche minuto, mescolando bene e vegliando che non si colorino.

In una terrina, alternate uno strato di sarde e uno di cipolle con l’uvetta, a cui aggiungerete man mano i pinoli, fino all’esaurimento degli ingredienti. Preparate, sigillate il tutto con la pellicola e fate decantare in frigo per almeno 24 ore.

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56 Risposte a “Sarde in saor”

  1. Buonissime, si fanno anche dalle mie parti, senza pinoli e uvetta li chiamiamo semplicemente ammarinate, ho le foto fatte da tempo ma non mi sono più ricordata di pubblicare la ricetta.

                    1. E facciamo benissimo: infatti una volta alla domanda “meglio studiare o lavorare” io ho risposto la prima cosa perché non si finisce mai d’imparare 😀

                    2. però senza lavoro non si canta messa, servono tutti e due.
                      Ciao mi ritiro, ho recuperato le foto delle sarde e scritto qualcosa nel frattempo che parlavo con te.A presto!

                    3. capisco, qui io congelo quello che resta, perchè nessuno vuole il giorno dopo mangiare la stessa cosa.

                    4. Siamo proprio terroni! Non ricordo quale comico disse anche “al sud siamo così abituati ad abbondare che a volte mettiamo anche le consonanti in più” XD

                    5. Comunque non siamo solo noi, tempo fa sono stata in Grecia e chiedendo due costolette di maiale mi sono vista tagliare due fettone molto spesse al che il macellaio mi ha detto italiani e greci mangiamo tanto altri…. vogliono fettine sottili,.ci siamo fatti una risata e tornando in camper le ho divise io da due ne ho fatte 4.

  2. I miei amici sono golossissimi delle sarde. Io da vegetariano non le mangio. Ma ad essere sincero chissà che effetto fa il sapore delle sarde, che ricordo salato, con quello dell’uvetta che invece è dolce.

        1. In questa ricetta mia sorella odia sia l’uva passa che le sarde: quando siamo andati al supermercato a fare spesa per la ricetta, c’è stato quest’istante d’indecisione nel banco frutta secca per l’acquisto dell’uva passa, al che lei ha detto “tanto io non la mangio, fate la tradizionale!”

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