I sani venerdì: risolatte al sambuco e zafferano

Quando ero una bimbetta, come penso la maggiorparte dei bimbi cresciuti negli anni del boom di Harry Potter, adoravo la magia e tutto ciò che ruotava intorno ad essa.  Ed è così che un giorno, mi sono ritrovata tra le mani un libro misconosciuto, Santi Spiriti Streghe. Narra delle storie legate al folklore beneventano e alla sua figura più famosa, la Janara. La cosa che mi affascinò sicuramente di più, era la costruzione degli artefatti magici – scope, bacchette, amuleti – e quel che m’interessò fu il fatto che le streghe utilizzassero moltissimo il sambuco, una pianta che cresceva indisturbata accanto casa mia. Dalla magia passai alla botanica, iniziai a studiare qualsiasi cosa riguardo a quest’albero, appassionandomi così tanto da costruirmi un rifugio al di sotto di questo e perdendomi delle ore sotto i suoi rami, ben nascosta da tutti. Solo che per anni mi hanno fatto credere che i libri fossero in torto e che quell’albero fosse velenoso, ma con gli anni una cosa ho imparato: i libri non sbagliano mai!

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Per le ricerche di oggi, ho utilizzato i libri acquistati all’epoca, in foto vedete i primi che ho utilizzato, ovvero quello di mio nonno e del mio bisnonno.

Ah, la ricetta ovviamente l’ho presa da Libera, che a sua volta l’ha presa da un libro fighissimo che non sbaglia mai!

Ingredienti: x1 persona

  • 300 ml di latte
  • 100 gr di riso già cotto e non condito
  • 1 cucchiaio di burro chiarificato
  • 50 gr di zucchero di canna (o 25 di zucchero bianco)
  • 1 pizzico di pistilli di zafferano (o poco più di una punta di un cucchiaino di zafferano in polvere)
  • 1 pizzico di sale

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Tempo di preparazione: 20 minuti

Preparazione:

Se non avete del riso già cotto e scolato, unite al tempo di preparazione quello per la cottura del riso in acqua. Scolatelo al dente e riscaldate il latte in un pentolino. Quando il latte inizierà a bollire, unite un pizzico di sale e il riso scolato e cuocete a fiamma media/bassa fino a quando non sarà diventato tenero. Unite lo zucchero e mescolate fino a farlo sciogliere. Spegnete la fiamma sotto il vostro riso e unite i fiori di sambuco – lavati con attenzione e sgranati – lo zafferano, e mescolate fino a quando non si sarà amalgamato tutto. Versate in una ciotola capiente e decorate con fiori di sambuco avanzati.

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-Ilaria-


Il riso, elemento portante di questa ricetta, è un alimento facilmente digeribile, adatto alla dieta di chi soffre di intolleranze al glutine o difficoltà a digerire. I primi studi in campo medico sulle proprietà del riso risalgono al XIV secolo, quando i medici de La Scuola Medica Salernitana lo utilizzarono per curare il colera e altre malattie gastro-intestinali.

Del sambuco si utilizzano le influorescenze e i frutti, rossi e ben maturi, anche per preparare marmellate. Dal punto di vista nutrizionale, il vegetale è ricco di vitamine A, B1, B2, B3, B5, B6 e C, a cui si aggiungono flavonoidi, triterpeni, glicosidi, zuccheri e tannini.  Ha proprietà lassative se assunto in quantità eccessive, dissetanti e aiuta la circolazione del sangue.

Comunque a quanto pare il sambuco è tossico in alcune sue parti, contiene cianuro, quindi non erano poi così scemi a non farmelo mangiare.

Lo zafferano, infine, è chiamato anche “oro rosso”, per via della sua delicatezza e quindi il relativo costo al quale viene venduto. La storia dello zafferano è interessantissima, soprattutto se si pensa che nel periodo del medioevo, fino alla peste del 1348, questo bulbo era scomparso del tutto. Venne riutilizzato perché si pensava fosse miracoloso per curare la malattia e, in effetti, qualche proprietà miracolosa la possiede davvero: è un fortissimo antiossidante, sia per la pelle che per il cervello, libera lo stomaco dai gas intestinali e aiuta a liberare i bronchi dalle infiammazioni ed è indicato nei casi di asma e bronchiti.

 

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34 Risposte a “I sani venerdì: risolatte al sambuco e zafferano”

      1. Non ci sono piante qui, le ho conosciute qualche giorno fa durante una breve vacanza nel ragusano, ma non potevo raccogliere i fiori. nelle erboristerie non ho provato, potrei…

  1. Mmmm fantastico il risolatte…sì, mi ricorda l’infanzia ma io sono un po’ più vecchiotta di te…quando c’era Harry potter ero più che una ragazza! 🙂
    Ps grazie per il commento sulle sorelle, mi hai fatto ridere..direi che siamo messe uguali! 🙂
    unospicchiodimelone!

    1. Io non conoscevo il risolatte, invece! Si tratta di un dolce che ho scoperto ultimamente, adattissimo alla vita universitaria perché si preparava con soli 3 ingredienti… Che costano anche poco! Grazie, volevo passare perché la mail mi ha avvertita della risposta 😀

  2. Dimenticavo, io ho saputo della “variante velenosa” da pochi giorni, qui nel web, sarà perchè il sambuco ha un profumo così particolare che non riuscirei a confonderlo ed anche l’aspetto, forse un tempo i libri riportavano disegni e le differenze si notano sulle foto, sui disegni è già più complicato. ok, passo e chiudo 🙂

  3. Che bello quel libro che si intravede, mi senbra di sentire il profumo della sua carta <3 E mi è familiare il profumo della tua meravigliosa colazione. Grazie per le notizie utili sugli ingredienti della ricetta che ritengo essere un valore aggiunto e per la citazione: non finirò mai di dirti che sei coraggiosa <3 Un abbraccio stretto.

    1. Stavolta non possono dirti nulla! La ricetta a tua volta l’hai presa da un libro, quindi possono prendersela solo con gli autori del libro ahahahah
      Quelli si, sono una delle cose più preziose che abbiamo in casa… Forse non varranno niente, ma sentimentalmente sono importantissimi! <3

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